10 agosto 2007
ricordando Giorgio Morelli
Il Carlino Reggio Il Giornale di Reggio L'Informazione 9 Agosto 2007
Il 9 agosto 1947 Giorgio
Morelli “Il Solitario”moriva in un letto di ospedale ad Arco di Trento in
seguito ai postumi di un attentato . Uno dei protagonisti “cattolici” della
Resistenza reggiana terminava così, a 21 anni , la sua battaglia per la libertà.
Chi
ha partecipato il 25 aprile a Tapignola alla giornata in ricordo del Solitario
, primo partigiano ad entrare in Reggio liberata, ha percepito la differenza che animava giovani come lui che non si sono
lasciati contaminare dal male subìto
sotto l’oppressione della dittatura, ma che hanno sempre scelto la via del bene
e della libertà da qualsiasi ideologia. Sul suo diario qualche giorno prima di
lasciarci scriveva: “non mi spaventa la
morte. Mi è amica poiché da tempo l’ho sentita vicina. Nell’istante prima del
mio tramonto , mi prenderebbe una sola nostalgia: quella di aver poco donato.
Oggi la mia confessione ultima sarebbe questa; l’odio non è mai stato ospite
della mia casa. Ho creduto in Dio, perché la sua fede è stata la sola ed unica
forza che mi ha sorretto”. Chiese poi di essere sepolto senza sfarzo nella pace di
un cimitero di montagna.
Una vita spesa per gli altri quella del Solitario, eppure il
suo timore, congedandosi dal mondo, in pace con tutti, è stato quello di non
avere fatto abbastanza. Una lezione di
umiltà che fa emergere ancora di più la
sua grandezza.
Un insegnamento che pochi hanno colto, credo invece che proprio
l’umiltà sarebbe una preziosa alleata nel difficile percorso di ricostruzione
della nostra storia, dove emerge la presunzione di ritenersi ognuno depositario di una verità
assoluta . In altri paesi dell’Europa si sta seguendo la via della cooperazione
per saldare i difficili conti col passato mettendo a confronto gli ambienti
della ricerca, gli intellettuali, i politici, per mettere a fuoco personaggi e avvenimenti della storia mai raccontati. È una via che
bisogna percorrere con maturità
spogliandosi dall’arroganza delle certezze per mettersi in ascolto
reciproco attraverso un civile dibattito.
Se guardiamo come si affronta nella nostra città il tema
della Resistenza e del dopoguerra verrebbe da dire che siamo ancora molto
lontani da simili percorsi. Purtroppo quello che si avverte è: la chiusura
degli istituti storici convinti che la loro sia una scienza esatta che può
bastare a se stessa , l’indifferenza delle istituzioni nell’affrontare il
discorso nel suo complesso, la strumentalizzazione da parte di alcuni politici più
attenti al consenso che al bene delle famiglie lasciate sole per anni a cercare
un po’ di giustizia. Eppure Il Solitario cominciò subito la sua opera di riscatto
morale scuotendo le coscienze attraverso
i suoi coraggiosi articoli su La Nuova Penna,
nei quali denunciava i delitti che
infangavano il nome della Resistenza e
sosteneva che: “bisognava uscire dal ritenere che essi fossero dovuti a casi
sporadici, ad arbitrarie iniziative personali per ammettere invece l’esistenza
di un più vasto piano preordinato”.
Saremo in grado di superare le barriere ideologiche per
riflettere serenamente sulla nostra storia che deve essere trasmessa ai giovani
come i nostri padri l’hanno vissuta, senza offuscare il valore della loro lotta,
senza confondere le parti, ma guardando in faccia la realtà?
È una sfida che forse pochi sono disposti ad accettare, ma solo così riusciremo a vivere il presente
con più realismo e a saldare un debito di riconoscenza nei confronti di giovani
come Il Solitario e tanti altri . C’è chi sostiene che questa pagina di storia
dovrebbe essere chiusa per poter parlare d’altro, ma come si fa a parlare di
Costituzione ai giovani senza parlare di Resistenza? Se la città di Reggio ,
medaglia d’oro della Resistenza, commemora
giustamente i fratelli Cervi ,
perché dimenticare il Solitario?
Oggi, nel sessantesimo della morte, per chi vuole ricordare
Giorgio Morelli con gratitudine bastano
le sue parole:
“alla mia memoria renderete omaggio se sarete anche voi come
me sempre uomini nella coscienza sempre giovani nel cuore”.
Daniela Anna Simonazzi
| inviato da AZOR il 10/8/2007 alle 19:0 | |
|